Mela verde: “Il Giorno della Memoria”

Il valore di una ricorrenza, ovvero si può parlare ai bambini dell’Orrore?
Il giorno 27 gennaio, ricorre il “Giorno della Memoria”, in onore e in ricordo dei sei (avete letto bene) milioni di ebrei trucidati dal regime nazi-fascista nei lagher europei. Sei milioni di persone innocenti, colpevoli di professare una fede, di appartenere a minoranze etniche (il nostro ricordo va agli zingari internati nei campi) o di avere orientamenti “divergenti” (il caso di molti omosessuali torturati, deprivati, uccisi).
Tra questa folla immensa e disperata, molti i bambini deportati, strappati alle braccia dei genitori, finiti nelle mani del dott. Menghele come cavie da laboratorio. Spaventati, denutriti, ammassati, violentati nell’anima e nel corpo sono la componente umana più straziante di queste pagine di Storia. Come recita la stele nel Ghetto ebraico di Roma, qualcuno è morto prima di nascere.
Dimenticare, o meglio, non ricordare, non portare di nuovo al cuore prima che alla mente, certi avvenimenti non solo rischia di vanificare i percorsi di chi voglia sin dalla Scuola Primaria fare dell’apprendimento della Storia, uno dei campi di ricerca per una cittadinanza avvertita come tale da subito, ma rischia, il che è peggio, di rendere impossibile una lettura dell’attuale che, purtroppo, e come ben sappiamo, vede nell’annientamento dell’infanzia una delle caratteristiche ricorrenti della storia umana.
Sapere, conoscere, da subito, ci mette nelle condizioni di comprendere ciò che ancora si perpreta sotto i nostri occhi e di riflettere sui tanti temi correlati alla fuga dei popoli dalla miseria, dalla guerra, dalle persecuzioni etniche e religiose.
Dunque se l’Orrore c’è, in qualche modo va narrato. Si scelgano parole, temi e immagini, ma si continui a fare della scuola un luogo di conservazione, trasmissione e consolidamento della Memoria collettiva.

 

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La rubrica Mela Verde, a cura della socia Patrizia Morisco, mette a  disposizione materiali per la scuola primaria… e non solo!